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Gran Loggia Tradizionale d’Italia
A ∴ G ∴ D ∴ G ∴ A ∴ D ∴ U ∴
MASSONERIA UNIVERSALE COMUNIONE ITALIANA
INSTALLAZIONE DEL V∴M∴M. L. DELLA R∴L∴ ENNON N. 28 ALL’ORIENTE DI CATANIA
Sabato 22 Settembre 2018, dell’Era Volgare 6018 A. V∴L∴ alla presenza dell’Ill.mo e Ven.mo Gran Maestro della Gran Loggia Tradizionale d’Italia ha avuto luogo la cerimonia di Installazione del M∴V∴ M. L. della R∴L∴ Ennon n. 28, all’Oriente di Catania.
La Loggia sotto la guida del suo V∴M∴ lavorerà secondo il Rituale Scozzese Antico e Accettato nei 3 gradi dell’Ordine.
Alla manifestazione tenutasi in occasione di una Tornata Rituale, erano presenti numerose delegazioni delle R∴R∴L∴L∴ Francesco Bellantonio e Custodi delle Virtù e della Conoscenza, Pistis Sophia e Accademia, oltre a un cospicuo numero di Fratelli della consacranda R∴L∴ e di altre Obbbedienze, che con la loro presenza, hanno reso la Cerimonia, ancora più solenne.
L’installazione del M∴V∴ M. L. alla guida della R∴L∴ Ennon consolida la crescita della Gran Loggia Tradizionale d’Italia in Sicilia, già presente in questa regione con 2 Logge Accademia n. 24, Pistis Sophia n. 26, operanti entrambe all’Oriente di Messina.
Al termine della cerimonia, si è tenuta un’Agape fraterna.
Storia
Con atto costitutivo e statuto, registrato all’Ufficio Registro Atti civili di Catania, nel diciottesimo giorno del mese di Luglio dell’Anno Domini 2018 E∴V∴, il 16° giorno del 5° mese dell’anno 6018 A.V∴L∴, è stata fondata la Loggia Ennon all’Oriente di Catania per riprendere, nel solco della tradizione iniziatica esoterica:
- la ricerca della luce, del vero e del giusto;
- lo studio, l’approfondimento e la comprensione del simbolismo;
- lo studio e l’approfondimento della conoscenza esoterica del mondo sensibile e della conoscenza iniziatica e tradizionale, quindi di quel patrimonio culturale composito dell’esoterismo, che abbraccia l’antroposofia, l’alchimia, la qabbaláh, l’astrologia, la numerologia, l’ermetismo, la teosofia, e gli elementi culturali della tradizione massonica fatta di simboli, riti e celebrazioni;
- l’arricchimento e l’elevazione morale e spirituale individuale;
- la costruzione, attraverso il trinomio tradizionale Sapienza, Forza, Bellezza, del nostro tempio interiore, dell’armonia mundi, della fratellanza universale, praticando, nella più giusta completezza e pluralità di idee ed esperienze iniziatiche, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà, l’amore per il prossimo, la libertà di coscienza, l’uguaglianza regolata dalla gerarchia, secondo la scienza e la virtù.
La Loggia Ennon è all’Obbedienza della Gran Loggia Tradizionale d’Italia, in forza di Bolla di fondazione rilasciata il 06/09/18, con il numero distintivo 28.
Il 22 /09/18, alla presenza dell’Ill.mo e Ven.mo Gran Maestro della Gran Loggia Tradizionale d’Italia e di tanti fratelli delle R∴R∴L∴L∴ operanti all’Oriente di Reggio Calabria e all’Oriente di Messina, e di fratelli di altre Obbedienze, si procedeva all’innalzamento delle colonne del Tempio di Catania, ivi in via Bicocca, 8, 2° piano, e all’installazione del Maestro Venerabile e dei Dignitari, dando così ufficialità alla Loggia, quindi seguiva un’Agape fraterna con il menù interamente preparato dal fratello Giuseppe Cannizzo.
La Loggia opera nei tre gradi dell’Ordine secondo il Rituale Scozzese Antico ed Accettato e si riunisce nel Tempio all’Or. Di Catania il 4° Giovedì del mese.
Approfondimenti
L’emblema della Loggia “ENNON” di Catania appare così composto:
L’aquila e il leone, idealmente poggiati e uniti, nella parte inferiore, da due rami di acacia, reggono una insegna sormontata al centro da una corona, nella quale è riportata una circonferenza, con sfondo blu cobalto, incorniciata da una corda annodata, con un bastone da golf, con impugnatura in basso e ferro rivolto a dx, e due palle poste una a dx e una a sn.
Sotto è riportato uno striscione con il motto: “FORTIS ET FIDUS” (FORTE E FEDELE).
L’aquila per la capacità di librarsi con rapidità, agilità ed eleganza verso l’alto nel cielo al di sopra delle nuvole, fino ad altezze impossibili a qualsiasi altro uccello, e piombare con velocità impressionante sulle prede, è il re degli uccelli. Dalle sue qualità deriva la sua simbologia: maestosa e possente destava in tutti i popoli antichi il mito dell’invincibilità era considerata simbolo celeste e solare, messaggero degli dei, psicopompo incaricato di accompagnare le anime verso la loro dimora celeste, se non incarnazione del sole o della divinità, simbolo di qualsiasi movimento ascensionale, dalla terra al cielo, dal mondo materiale al mondo spirituale, dalla morte alla vita. Una delle proprietà principali dell’aquila è la vista penetrante, per questo motivo veniva assimilata all’occhio di Dio, all’”occhio che vede tutto”. Altra qualità attribuita all’aquila era , quella di poter fissare il sole senza esserne abbagliata: ciò a fatto nascere il simbolismo legato alla capacità di contemplare i misteri celesti e spirituali, quei misteri che non tutti possono conoscere per loro incapacità – e per questo è divenuta l’emblema di San Giovanni evangelista.
Il Leone, è un animale autorevole, maestoso, capace di dominare in un branco. La forza, la fierezza, la potenza e la regalità sono i suoi attributi e per antonomasia è considerato il re degli animali. Da ciò discende la sua simbologia: simbolo di forza, passione e istinto era associato all’elemento fuoco, ed assimilato al sole (anche per la sua criniera). Il leone dorme nella sua caverna con gli occhi aperti, da ciò discende il simbolismo che ne fa custode della porta, dell’accesso ad un luogo sacro o di dignità. Per la nostra Loggia in particolare significa ” Hic sunt leones” ( qui ci sono i leoni) per indicare le regioni inesplorate della nostra essenza umana e spirituale.
La Corona, rappresenta la dignità che sorregge i Tre Punti di colore rosso. I Tre Punti risalgono dal simbolismo in cui i Collegi dei Saggi si riconoscevano per quelli del Nord (un punto in alto e due alla base) oppure del Sud ( un punto alla base e due in alto). I Tre Punti sono anche simbolo dei concetti quali “Passato-Presente-Futuro”, “Forza-Bellezza-Sapienza”, ”Libertà-Uguaglianza-Fratellanza”, “Umiltà-Benevolenza-Tolleranza”. Essi hanno anche riferimento con il Compasso aperto, di cui il punto di testa rappresenta il Sole, datore di vita e gli altri due la duplice polarità universale.
L’Acacia, l’albero iniziatico che simboleggia il passaggio dall’ignoranza alla conoscenza.
Sotto è riportato uno striscione con il motto: “FORTIS ET FIDUS” ( FORTE E FEDELE). Il motto e’ tratto dal clan Lachian (13° secolo), leali sostenitori dei re di scozia di Stuart, e vuole significare la fedeltà dei massoni verso tutti gli altri fratelli e alla loggia.
Il Bastone riportato è una mazza da golf, con impugnatura rivolta in basso e ferro rivolto a dx. Nel logo le funzioni di impugnatura e ferro sono invertite, cosicchè è il ferro che diviene impugnatura del bastone. Il bastone ha una ricchezza e varietà di significati; nel logo è il bastone del pellegrino, che ha una duplice funzione: di sostegno morale o fisico utile per sostenere l’iniziato nel cammino nei sentieri della Conoscenza e del Sapere, perché le vie che conducono al Sapere non sempre sono spianate, ma incontrano sali-scendi, falsipiani, talvolta ripidi, altre volte impervi ed accidentati, piene di ciottoli; di difesa dalle aggressioni.
Le Due Palle, rappresentano il dualismo degli opposti del “Bene-Male”, “Vero-Falso”, per noi in particolare “Vizi-Virtù”, che sono in equilibrio e divisi dal bastone. Il Massone si sforza di raggiungere la Luce, l’Unità, attraverso la conoscenza di sé e la consapevolezza dei propri vizi, per dominarli, e far emergere la virtù, che è il crinale tra vizi opposti.
La Circonferenza è che racchiude in primo piano il bastone e le due palle, è un cerchio che determina anche un limite separatore tra la superficie interna definita e quella esterna infinita. Il Cerchio è una figura geometrica sprovvista di angoli e di spigoli, nella quale non è dato distinguere il principio dalla fine, divenendo simbolo della perfezione, della ciclicità, e dell’eternità, dell’armonia, e grazie all’assenza di opposizioni traduce l’indifferenziato in un’uguaglianza di principi, espressione del principio universale come l’alto e il basso. Il simbolismo del cerchio è strettamente legato a quello del centro, in relazione all’unità primordiale. È il luogo sacro dove si concentrano tutte le energie materiali e spirituali. È simbolo quindi del Principio da cui tutto trae origine e cui tutto ritorna. Presso i popoli primitivi la circonferenza con il punto centrale è la raffigurazione del Sole, il cui calore è associato all’amore, alla luce, alla bellezza e alla verità.
Il colore di sfondo blu del cerchio non è arbitrario. Richiama il colore del cielo, che per le civiltà antiche era il colore del luogo nel quale risiedevano le divinità, quindi era proprio del mondo celeste e spirituale e quando qualcuno o qualcosa era rivestito di blu, era implicito che la persona o la cosa aveva una natura divina o celestiale o che era stata chiamata divinamente.
La Corda annodata che circonda il logo possiede la funzione di barriera volta a separare il modo materiale dal mondo spirituale, il sacro dal profano. Nell’antichità era il simbolo che delimitava un territorio proibito, in cui l’accesso era assolutamente vietato.
L’immagine della corda annodata (ma anche del cerchio), richiama quella dell’Uroburos, simbolo dell’evoluzione che si conclude in sé stessa, e quindi dell’unità fondamentale del cosmo e rappresenta l’eterna ciclicità delle cose tutte, che hanno inizio da una fine precedente, e una fine che genera un nuovo inizio.
Il nodo, è elemento significante e significativo legata a due movimenti antitetici, ma egualmente potenti, che discende dalla sua funzione: da un lato il groviglio del nodo che esprime la fissità, l’attorcigliamento, il blocco e dall’altra la possibilità di essere allentato e sciolto che suggerisce la liberazione, l’allontanamento, il processo di espansione. Simbolicamente rappresenta la vita, con i legami che uniscono che si contrappone alla morte, che li scioglie. Nella valenza originaria rappresentava l’unione fra divino ed uomo, segno inconfondibile dell’antico adagio ermetico “ciò che sta in alto è come quel che sta in basso”.
ENNON vuol dire “nato di nuovo” e richiama il nostro stato. Il Logo è la metafora di ciò che la Loggia ENNON vuole essere: custode del luogo sacro in cui si concentrano tutte le energie materiali e spirituali dei nati di nuovo, nel quale con forza, umiltà, benevolenza, tolleranza e reciproco sostegno nel cammino nei sentieri della Conoscenza e del Sapere, si applicano nella esplorazione della propria essenza umana e spirituale, per scavare prigioni ai vizi e coltivare le virtù, per il proprio miglioramento e la propria elevazione verso la verso la Luce.
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